La vitamina D è uno dei micronutrienti più importanti e della cui carenza sentiamo maggiormente parlare.
Risulta essenziale per l’assorbimento del calcio e per il deposito del calcio nelle ossa, nonché per il funzionamento del sistema immunitario e alcune funzioni neuromuscolari.
Alcuni gruppi della popolazione sono particolarmente esposti al rischio di carenza di questa vitamina.
Vari sono i fattori che predispongono al rischio, tra questi lo stile di vita, la dieta e il colore della pelle.
La vitamina D può essere assunta tramite la dieta ma soprattutto la sua produzione è stimolata dalla radiazione ultravioletta-B (UVB; lunghezze d’onda da 290 a 315 nm) a partire dal 7-deidrocolesterolo (7-DHC).
I neonati specialmente quelli esclusivamente o parzialmente allattati al seno sono ad alto rischio di carenza, in quanto il latte materno non è in grado di fornirne il fabbisogno adeguato. A maggior ragione considerando il fatto che i neonati non devono essere esposti al sole nel loro primo anno di vita e quindi la sua produzione è scarsa.
Per questo motivo l’American Academy of Pediatrics, la Società Italiana di Pediatria e la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale raccomandano che a tutti i bambini allattati al seno e parzialmente allattati al seno venga somministrato un supplemento di Vitamina D per via orale di 400 UI/giorno. Anche neonati e bambini piccoli alimentati esclusivamente con sostituti del latte e alimenti per lo svezzamento non arricchiti con vitamina D sono a rischio di carenza di questo nutriente.
È quindi importante seguire strettamente le indicazioni del pediatra e somministrare con regolarità la dose raccomandata giornaliera.
L’instaurarsi di una routine, ad esempio l’assunzione sempre con la stessa poppata, può aiutare la mamma o il papà a non dimenticare la sua somministrazione. Ricordiamo infatti che è importante assumerla con il pasto in modo tale da favorirne l’assorbimento!