Ogni giorno in Italia circa 1000 persone ricevono una diagnosi di tumore.
Nel 2019 sono stati diagnosticati in Italia 371 mila nuovi casi, di questi 196 mila erano uomini (il 52%) e 175 mila donne (48%). Nella popolazione maschile l’incidenza è in diminuzione, mentre nelle donne è stabile con qualche tipologia tumorale in aumento, come nel caso tumore al polmone (+2.2% annuo).
Nelle due tabelle che seguono sono elencati i 5 tumori maggiormente diagnosticati e i 5 con il maggior tasso di mortalità nella popolazione femminile.
Tumori maggiormente diagnosticati nella popolazione femminile | |
Mammella | 30% |
Colon-retto | 12% |
Polmone | 12% |
Tiroide | 5% |
Utero (corpo) | 5% |
Cause di morte oncologica nella popolazione femminile | |
Mammella | 17% |
Colon-retto | 12% |
Polmone | 11% |
Pancreas | 8% |
Stomaco | 6% |
La ricerca scientifica sta sviluppando terapie sempre più mirate e personalizzate, che consentono di migliorare la prognosi e aumentare la sopravvivenza alla diagnosi.
Tra queste ricordiamo le targeted therapies che sfruttano caratteristiche peculiari delle cellule tumorali per colpirle in modo selettivo, salvaguardando i tessuti sani, o le immunoterapie, che vanno a bloccare i meccanismi di protezione che i tumori mettono in campo contro il nostro sistema immunitario. O infine la terapia a cellule CAR-T, in cui i linfociti T del paziente vengono prelevati, modificati e reintrodotti nel paziente diventando veri a propri killer tumorali.
Queste terapie rappresentano il futuro e la speranza di guarigione di un numero sempre maggiore di pazienti, ma al momento sono talvolta applicabili solo in un numero limitato di pazienti oppure solo in certi tipi specifici di tumori.
La cura migliore rimane senza alcun dubbio la prevenzione.
La prevenzione si divide in primaria e secondaria.
La prima ha lo scopo di prevenire l’insorgenza della malattia, la seconda quello di diagnosticarla in modo precoce.
La prevenzione primaria dei tumori femminili
La prevenzione primaria ha lo scopo di diminuire la probabilità di insorgenza della malattia. Per fare prevenzione primaria è importante, quindi, individuare i principali fattori di rischio.
Il principale fattore di rischio in ambito oncologico è il fumo di sigaretta, che si stima sia responsabile dell’insorgenza del 30% dei tumori nella popolazione generale. È qualcosa di cui le donne devono assolutamente tener conto, in quanto se nella popolazione maschile l’insorgenza di tumore al polmone, che al momento è più diffuso, è in diminuzione (-1.6% annuo), nelle donne invece è in aumento (+2.2% annuo). Smettere di fumare il prima possibile equivale ad una significativa diminuzione del rischio di sviluppare vari tipi di tumore e non è mai troppo tardi per farlo! Anche dopo i 60 anni, chi smette di fumare vive più a lungo e anche dopo una diagnosi tumorale è importante farlo. La risposta alla terapia è migliore, diminuisce il rischio di infezioni polmonari e migliora la guarigione alle ferite.
Oltre al fumo di sigaretta, ci sono altri fattori di rischio che è importante conoscere per effettuare una buona prevenzione primaria. Il 5-8% dei tumori è dovuto ad agenti infettivi, quali l’Helicobacter Pylori (battere) e i virus del Papilloma, di Epstein-Barr, di un particolare Herpes e delle epatiti B e C.
Parlando di tumori al femminile vogliamo spendere qualche parola in più sul Papilloma virus o virus del papilloma umano (HPV).
L’HPV è trasmesso per via sessuale, inoltre è possibile che la madre lo trasmetta al figlio durante il parto. È responsabile dell’insorgenza di diversi carcinomi a livello genitale e del collo dell’utero, in particolare il cancro della cervice uterina. Esistono più di 40 ceppi di HPV, ma solo alcuni di questi sono definiti ad alto rischio. I ceppi 16 e 18, in particolare, sono responsabili del 70% dei casi di tumore della cervice. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), il 5 per cento di tutti i casi di cancro nel mondo è associato all’infezione da HPV. Fare prevenzione primaria in questo caso significa evitare la diffusione del virus. Oltre a rapporti sessuali protetti (uso del preservativo), la misura più efficace di prevenzione primaria a nostra disposizione è la vaccinazione.
Il vaccino è raccomandato in ragazze e ragazzi nel dodicesimo anno di età, cioè prima che diventino sessualmente attivi. La vaccinazione di maschi e femmine limita la circolazione del virus ed è importante anche per i ragazzi in quanto vengono protetti da condilomi anogenitale e altri tumori correlati, come quelli del pene, dell’ano e della base della lingua.
Si stima che il vaccino sia efficace nel prevenire il 90% delle neoplasie causate da HPV.
Altri fattori di rischio tumorale sono più generici, quali l’inquinamento ambientale, la conduzione di una vita sedentaria o ancora una alimentazione non corretta (ciò e quanto mangiamo! Oltre che il consumo eccessivo di alcol). Per questo condurre una vita attiva e mantenere una alimentazione equilibrata equivale senza dubbio a fare prevenzione! Inoltre fattori fisici quali la radiazione ultravioletta del sole rappresentano un fattore di rischio, dal quale proteggerci con la protezione solare e una esposizione al sole controllata.
Dedichiamo qualche riga anche ad un altro fattore di rischio, ossia quello genetico, di cui tanto abbiamo sentito parlare per lo sviluppo dei tumori femminili.
È importante chiarire che nessun tumore viene ereditato, ma può essere ereditato il rischio al suo sviluppo. Si stima che il 5% dei tumori siano dovuti a fattori ereditari. In campo femminile la mutazione dei geni BRCA1 e/o BRCA2 è un indicatore di un aumentato rischio di sviluppare nel corso della vita tumori a carico del seno e/o delle tube-ovaie. Il rischio di trasmissione della mutazione ai figli è del 50% circa e anche gli uomini possono ereditare la mutazione e trasmetterla ai figli.
La scelta di effettuare un’indagine per la ricerca delle mutazioni BRCA1/BRCA2 deve ricadere nell’ambito di una consulenza genetica oncologica completa ed è importante ricordare che il test fornisce informazioni interpretabili e utili soltanto in alcune situazioni specifiche. Il test avviene a seguito di prelievo del sangue e viene effettuato sin dalla prima diagnosi in pazienti con carcinoma ovarico non mucinoso e non borderline, delle Tube di Falloppio o carcinoma peritoneale primitivo oppure in donne sane, ma a rischio per la storia familiare.
La prevenzione secondaria dei tumori femminili
La prevenzione secondaria ha lo scopo di individuare la malattia in uno stadio precoce in modo tale da permettere una riduzione della mortalità. Viene effettuata tramite screening nella popolazione che non presenta sintomi. Uno screening per essere approvato deve presentare un favorevole rapporto costo/beneficio, non solo in termini economici, ma anche in termini di invasività ed eventuale disagio per il paziente.
Al giorno d’oggi gli screening approvati in Italia sono 3 e sono molto importanti per la donna.
- Screening mammografico. Consiste nella radiografia bilaterale del seno e si è dimostrato efficace nel ridurre la mortalità da tumore al seno. In Veneto viene offerto gratuitamente alla popolazione femminile di età compresa tra i 50 e i 74 anni. Si tratta di un esame sicuro, che conferisce una dose di radiazione molto bassa e consente di identificare tumori molti piccoli (di 5-6 mm) non rilevabili alla palpazione. Individuare il tumore in questo stadio consente l’esecuzione di un trattamento meno aggressivo e più efficace.
Anche se gli screening partono dai 50 anni di età, non significa che la prevenzione debba partire così tardi. Anzi già dai 20 anni di età le ragazze devono essere monitorate con controlli annuali del seno eseguiti dal ginecologo o da uno specialista senologo insieme all’ecografia in caso di necessità. Un altro strumento importante è l’autopalpazione del seno, della quale parliamo nel nostro canale Instagram @farmacievicine.
- Screening tumore del collo dell’utero/cervice uterina. Le linee guida sono in cambiamento e al momento è prevista l’esecuzione del Pap test ogni 3 anni a partire dal 25esimo anno di età, mentre dal 30esimo anno di età viene eseguita ogni 5 anni la ricerca del Papilloma virus (HPV-DNA test). Quest’ultimo ha maggiore efficacia e sensibilità rispetto al Pap-test, perché consente di rilevare la presenza del virus ancora prima che questo abbia avuto la possibilità di generare lesioni precancerose. Per entrambi i test l’esame prevede il prelievo indolore di un campione di cellule del collo dell’utero da parte del ginecologo.
È fondamentale aderire al programma di screening.
Le donne che si sottopongono regolarmente ai controlli hanno il tempo necessario per rilevare l’infezione da HPV e diagnosticare eventuali lesioni precancerose che, se non trattate, potrebbero evolvere verso un tumore invasivo. Inoltre è importante ricordare che la vaccinazione contro HPV non deve esentare dall’adesione alla campagna di screening!
- Screening tumore del colon-retto. Prevede la ricerca di sangue occulto (ferro in particolare) nelle feci e viene eseguito tra i 50 e 70 anni sia negli uomini che nelle donne. Rappresenta uno strumento molto importante in quanto il tumore al colon-retto è il cancro con la seconda maggior diffusione e mortalità nella popolazione femminile. La ricerca del sangue occulto consente di rilevare in modo precoce la presenza di polipi adenomatosi, che rappresentano l’origine benigna dei tumori al colon retto (sono necessari 7 e i 15 anni per la trasformazione in forme maligne). In questa finestra temporale con lo screening è possibile fare una diagnosi precoce ed eliminare i polipi prima che abbiano acquisito caratteristiche pericolose. È fondamentale eseguire il test seguendo in modo rigoroso le indicazioni, in quanto può altrimenti portare a falsi positivi. Lo step successivo consiste nell’esecuzione di una pancolonscopia, un esame invasivo!
Vogliamo infine ricordare anche il controllo periodico dei nei dal dermatologo per la diagnosi precoce di eventuali melanomi.
Speriamo che abbiate trovato interessante questo articolo che cerca di riassumere in qualche paragrafo un tema fondamentale per la salute: fare prevenzione. Non dobbiamo avere paura ad aderire alle campagne di screening per timore dei risultati o rimandare i controlli!
Se hai dubbi, non esitare a passare in farmacia, dove sapremo consigliarti e cercheremo di rispondere a tutte le tue domande!