In questo nostro approfondimento abbiamo deciso di darvi un’anteprima direttamente dal mondo della ricerca scientifica su quello che potrebbe essere a breve un nuovo farmaco approvato per il tumore avanzato metastatico alla prostata. 

Il tumore avanzato metastatico alla prostata

Questa tipologia tumorale si sviluppa nella ghiandola prostatica e, nella sua forma resistente alla castrazione, cresce, dà luogo alla formazione di metastasi in altre parti del corpo nonostante le terapie ormonali.
La prognosi è negativa con una sopravvivenza a 5 anni solamente del 30%.

La medicina di precisione nel tumore metastatico alla prostata

La medicina di precisione sviluppa diagnosi e terapie sempre più mirate e personalizzate per il singolo paziente, al fine di garantire trattamenti più sicuri ed efficaci. Lo scopo è quello di andare a colpire le cellule malate in maniera selettiva, salvaguardando le cellule dei tessuti sani. Per fare ciò è necessario individuare delle caratteristiche peculiari delle cellule tumorali, quelli che sono definiti “biomarcatori”.
Questi sono come delle antenne, dei tag, che permettono di distinguere le cellule malate da quelle sane e quindi poter sviluppare dei farmaci per colpirle.

Nell’ambito del tumore alla prostata il PSMA (Prostate Specific Membrane Antigen) rappresenta una grande novità e una speranza per i malati.
Si tratta, infatti, di un ottimo biomarcatore in quanto si trova in abbondanza sulle membrane cellulari (quindi all’esterno) delle cellule tumorali prostatiche (in più dell’80% dei casi).

Grazie alle sue ottime caratteristiche di biomarcatore, il PSMA è stato utilizzato negli anni recenti come bersaglio per la diagnosi di questo tipo di tumore tramite la diagnostica per immagini PET.

177Lu-PSMA-617: un nuovo trattamento per il tumore metastatico alla prostata?

La ricerca non si è fermata qui e si è iniziato a pensare al PSMA anche come un bersaglio per lo sviluppo di una terapia.
In particolare sono stati sviluppati dei farmaci che, una volta iniettati nel paziente, riescono ad accumularsi nel tessuto canceroso della prostata e di tutte le sue metastasi, proprio grazie al fatto che si legano in modo selettivo alle molecole di PSMA. Oltre a ciò queste molecole di farmaco portano con sé un atomo di un metallo radioattivo (il lutezio-177), che accumulato nel tumore riesce a depositare la sua energia in pochi millimetri danneggiando così in modo selettivo le cellule tumorali.

Sono state sviluppate centinaia di molecole prima di arrivare a quella chiamata 177Lu-PSMA-617, che dimostra caratteristiche ideali.
Proprio recentemente sono stati presentati e pubblicati sul New England Journal of Medicine i risultati di un grosso studio clinico di Fase III (VISION) che mostra l’efficacia di
177Lu-PSMA-617 nel migliorare la qualità di vita e prolungare la sopravvivenza dei pazienti. Sulla base di questi dati è stata richiesta l’autorizzazione all’immissione in commercio all’FDA, la quale li valuterà con priorità (Priority Review).

Non ci resta quindi che aspettare la revisione da parte di FDA dei risultati dello studio che dovrebbe arrivare nella prima metà del 2022, sperando che questo nuovo farmaco sia presto disponibile per tutti i pazienti per i quali non sono al momento presenti alternative terapeutiche.